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lunedì 28 febbraio 2011
sabato 26 febbraio 2011
Parole Antonia Pozzi
18
Canto selvaggio
Ho gridato di gioia, nel tramonto.
Cercavo i ciclamini fra i rovai:
ero salita ai piedi di una roccia
gonfia e rugosa, rotta di cespugli.
Sul prato crivellato di macigni,
sul capo biondo delle margherite,
sui miei capelli, sul mio collo nudo,
dal cielo alto si sfaldava il vento.
Ho gridato di gioia, nel discendere.
Ho adorato la forza irta e selvaggia
che fa le mie ginocchia avide al balzo;
la forza ignota e vergine, che tende
me come un arco nella corsa certa.
Tutta la via sapeva di ciclami;
i prati illanguidivano nell'ombra,
frementi ancora di carezze d'oro.
Lontano, in un triangolo di verde,
il sole s'attardava. Avrei voluto
scattare, in uno slancio, a quella luce;
e sdraiarmi nel sole, e denudarmi,
perché il morente dio s'abbeverasse
del mio sangue. Poi restare, a notte,
stesa nel prato, con le vene vuote:
le stelle – a lapidare imbestialite
la mia carne disseccata, morta.
Pasturo, 17 luglio 1929
Parole Antonia Pozzi
20
Canto rassegnato
ad A.M.C.
Vieni, mio dolce amico: sulla bianca
e soda strada noi seguiteremo
finché tutta la valle s'inazzurri.
Vieni: è tanto soave camminare
a te d'accanto, anche se tu non m'ami.
C'è tanto verde, intorno, tanto odore
di timo c'è, e sono così ariose,
nell'indorato cielo, le montagne:
è quasi come se anche tu mi amassi.
Arriveremo giù, fino a quel ponte
sorretto dallo scroscio del torrente:
là tu continuerai pel tuo cammino.
Io resterò sul greto, fra i cespugli,
dove l'acqua non giunge, fra le pietre
chiare, rotonde, immote, come dorsi
di una gregge accosciata. Col mio pianto
vitreo, pari a lente che non pecca,
io specchierò e raddoppierò le stelle.
Pasturo, 18 luglio 1929
venerdì 25 febbraio 2011
alda merini
Alda Merini Amai teneramente dei dolcissimi amanti senza che essi sapessero mai nulla. E su questi intessei tele di ragno e fui preda della mia stessa materia. In me l’anima c’era della meretrice della santa della sanguinaria e dell’ipocrita. Molti diedero al mio modo di vivere un nome e fui soltanto una isterica. |
giovedì 24 febbraio 2011
Variazioni e divagazioni dal romanzo "Una lunga domenica di passioni "...
Amore mio ho voglia di gridare la mia gioia sulla strada , ho voglia di baciarti come piace a te e a me.
Bisogna che cammini svelta .Domani sarà tardi : oggi devo marciare verso te,mio Signore.
Sì, faremo l'amore ,poi ti seguirò mentre ti rivesti ,so già quando ti fermerai ,mi guarderai e mi chiamerai Gloria e Maya.
Sei così bello e tutto vestito di bianco ,di fresco lino...che darei per essere quel tessuto che sfiora la tua pelle.
Vengo verso di te ,in questa luce .Ho voglia di ridere e di gridare, il mio cuore è pieno di cielo .
Ti amo Amore mio.
Bisogna che io prepari la tavola con le ghirlande. Poi ,a piedi ti condurrò dall'altra parte del ruscello.
Sai dove.Ricordi?
Sai dove.Ricordi?
Risento tutte quelle piacevoli onde infrangersi contro la roccia lucente e la tua voce che grida e poi sussurra e poi grida grida grida il tuo amore.
Vedo il camino acceso nella casa di pietra bianca e noi due nudi in piedi abbracciati nella magia di quel verso,il nostro inno alla libertà : fais ce que voudras.
Correrò con tutte le mie forze. Aspettami Amore mio.
lunedì 14 febbraio 2011
sabato 12 febbraio 2011
sabato 5 febbraio 2011
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