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giovedì 29 dicembre 2011
domenica 18 dicembre 2011
venerdì 16 dicembre 2011
giovedì 15 dicembre 2011
martedì 13 dicembre 2011
domenica 11 dicembre 2011
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Il faut oublier Bisogna dimenticare
Tout peut s'oublier Tutto si può dimenticare
Qui s'enfuit déjà Chi fugge già
Oublier le temps Dimenticare il tempo
Des malentendus Dei malintesi
Et le temps perdu Ed il tempo perso
A savoir comment A sapere come
Oublier ces heures Dimenticare queste ore
Qui tuaient parfois Chi uccideva talvolta
A coups de pourquoi A colpi di perché
Le coeur du bonheur Il cuore della felicità
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Moi je t'offrirai Io ti offrirò
Des perles de pluie Delle perle di pioggia
Venues de pays Venute da paesi
Où il ne pleut pas Dove non piove mai
Je creuserai la terre Io scaverò la terra
Jusqu'après ma mort Fino dopo la mia morte
Pour couvrir ton corps Per coprire il tuo corpo
D'or et de lumière D'oro e di luce
Je ferai un domaine Io farò un campo
Où l'amour sera roi Dove l'amore sarà re
Où l'amour sera loi Dove l'amore sarà legge
Où tu seras reine Dove sarai la regina
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Je t'inventerai Io ti inventerò
Des mots insensés Delle parole insensate
Que tu comprendras Che tu comprenderai
Je te parlerai Io ti parlerò
De ces amants-là Di questi amanti
Qui ont vu deux fois Chi ha visto due volte
Leurs coeurs s'embraser I loro cuori infiammarsi
Je te raconterai Io ti racconterò
L'histoire de ce roi La storia di questo re
Mort de n'avoir pas Morto per non averti
Pu te rencontrer Potuta incontrare
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
On a vu souvent Si è visto spesso
Rejaillir le feu Schizzare il fuoco
De l'ancien volcan Del vecchio vulcano
Qu'on croyait trop vieux Che si credeva troppo vecchio
Il est paraît-il A quanto pare
Des terres brûlées Alcune terre bruciate
Donnant plus de blé Danno più di grano
Qu'un meilleur avril Che un migliore aprile
Et quand vient le soir E quando viene la sera
Pour qu'un ciel flamboie Affinché un cielo fiammeggi
Le rouge et le noir Il rosso ed il nero
Ne s'épousent-ils pas Non si sposano
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Je ne vais plus pleurer Io non vado più a piangere
Je ne vais plus parler Io non vado a più a parlare
Je me cacherai là Mi nasconderò là
A te regarder A guardarti
Danser et sourire Danzare e sorridere
Et à t'écouter Ed ad ascoltarti
Chanter et puis rire Cantare e poi ridere
Laisse-moi devenir Lasciami diventare
L'ombre de ton ombre L'ombra della tua ombra
L'ombre de ta main L'ombra della tua mano
L'ombre de ton chien L'ombra del tuo cane
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Jacques Brel Jacques Brel
mercoledì 7 dicembre 2011
lunedì 5 dicembre 2011
domenica 4 dicembre 2011
giovedì 1 dicembre 2011
Nuovo mese...
«Il me manque le repos, la douce insouciance qui fait de la vie un miroir où tous les objets se peignent un instant, et sur lequel tout glisse.»
Les Caprices de Marianne Alfred de Musset 1833
domenica 27 novembre 2011
venerdì 25 novembre 2011
giovedì 24 novembre 2011
FORMAZIONE alias disinformazione
A Roma e nel mondo, c'è una tale che va in giro dicendo di essersi "formata" in un certo percorso, con due soli esami universitari sostenuti .Cosa non si fa per avere un "nome"! Complimenti ! Non alla formazione ,ma alla disinformazione e alla disonestà verso chi si è formato davvero sostenendo interamente tutti gli esami.
lunedì 21 novembre 2011
Il faut qu'on se tue...
- Pierre de RONSARD (1524-1585)
Amour me tue, et si je ne veux dire
Amour me tue, et si je ne veux dire
Le plaisant mal que ce m'est de mourir :
Tant j'ai grand peur, qu'on veuille secourir
Le mal, par qui doucement je soupire.
Il est bien vrai, que ma langueur désire
Qu'avec le temps je me puisse guérir :
Mais je ne veux ma dame requérir
Pour ma santé : tant me plaît mon martyre.
Tais-toi langueur je sens venir le jour,
Que ma maîtresse, après si long séjour,
Voyant le soin qui ronge ma pensée,
Toute une nuit, folâtrement m'ayant
Entre ses bras, prodigue, ira payant
Les intérêts de ma peine avancée.
Le plaisant mal que ce m'est de mourir :
Tant j'ai grand peur, qu'on veuille secourir
Le mal, par qui doucement je soupire.
Il est bien vrai, que ma langueur désire
Qu'avec le temps je me puisse guérir :
Mais je ne veux ma dame requérir
Pour ma santé : tant me plaît mon martyre.
Tais-toi langueur je sens venir le jour,
Que ma maîtresse, après si long séjour,
Voyant le soin qui ronge ma pensée,
Toute une nuit, folâtrement m'ayant
Entre ses bras, prodigue, ira payant
Les intérêts de ma peine avancée.
Mon tourment ...
Paroles | Variante | Autre variante |
---|---|---|
Ah ! vous dirai-je, maman, Ce qui cause mon tourment. Papa veut que je raisonne, Comme une grande personne. Moi, je dis que les bonbons Valent mieux que la raison. | Ah ! vous dirai-je, maman, ce qui cause mon tourment. Papa veut que je demande de la soupe et de la viande... Moi, je dis que les bonbons valent mieux que les mignons. | Ah ! vous dirai-je, maman, ce qui cause mon tourment Papa veut que je retienne des verbes la longue antienne... Moi, je dis que les bonbons valent mieux que les leçons. |
domenica 20 novembre 2011
venerdì 18 novembre 2011
mercoledì 16 novembre 2011
giovedì 10 novembre 2011
Il Piacere
Arriva,credimi, quando non lo aspetto:
quando lo scaccio con gentilezza prima della mia tempesta,
il pensiero contro di te ,del non detto.
Provo a dimenticare ,ma stare dalla parte della ragione
tra la rabbia,la vergogna,per te tutta la mia indignazione,
sai bene esser vana consolazione .
Parlerò troppo tardi perché nulla è ormai recuperabile.
Rassegnazione: essa placa la mia ansimante respirazione.
Un percorso a ritroso dall'estrema intimità anche del dirsi e viver-si segreti indecenti
alla conversazione ridotta a disgustosa chiacchiera quotidiana.
Ti sei fatta persona volutamente lontana.
Dov'è quell'altro mio cuore?
Ne avevo due...almeno così mi facesti credere ...
e il secondo era di riserva per i dolori,le disperazioni ,i pianti.
Tirare avanti.
Se parlo,urli.
Se taccio,insisti.
Imperativo il tuo precetto.
Nel non detto.
Per non mancarti di rispetto.
quando lo scaccio con gentilezza prima della mia tempesta,
il pensiero contro di te ,del non detto.
Provo a dimenticare ,ma stare dalla parte della ragione
tra la rabbia,la vergogna,per te tutta la mia indignazione,
sai bene esser vana consolazione .
Parlerò troppo tardi perché nulla è ormai recuperabile.
Rassegnazione: essa placa la mia ansimante respirazione.
Un percorso a ritroso dall'estrema intimità anche del dirsi e viver-si segreti indecenti
alla conversazione ridotta a disgustosa chiacchiera quotidiana.
Ti sei fatta persona volutamente lontana.
Dov'è quell'altro mio cuore?
Ne avevo due...almeno così mi facesti credere ...
e il secondo era di riserva per i dolori,le disperazioni ,i pianti.
Tirare avanti.
Se parlo,urli.
Se taccio,insisti.
Imperativo il tuo precetto.
Nel non detto.
Per non mancarti di rispetto.
domenica 6 novembre 2011
I detti e i fatti
XXIII
Quello che si dice comunemente, che la vita è una rappresentazione scenica, si verifica soprattutto in questo, che il mondo parla costantissimamente in una maniera, ed opera costantissimamente in un'altra. Della quale commedia oggi essendo tutti recitanti, perché tutti parlano a un modo, e nessuno quasi spettatore, perché il vano linguaggio del mondo non inganna che i fanciulli e gli stolti, segue che tale rappresentazione è divenuta cosa compiutamente inetta, noia e fatica senza causa. Però sarebbe impresa degna del nostro secolo quella di rendere la vita finalmente un'azione non simulata ma vera, e di conciliare per la prima volta al mondo la famosa discordia tra i detti e i fatti. La quale, essendo i fatti, per esperienza oramai bastante, conosciuti immutabili, e non convenendo che gli uomini si affatichino più in cerca dell'impossibile, resterebbe che fosse accordata con quel mezzo che è, ad un tempo, unico e facilissimo, benché fino a oggi intentato: e questo è, mutare i detti, e chiamare una volta le cose coi nomi loro.
Pensieri,Giacomo Leopardi
mercoledì 2 novembre 2011
A PA'
Imprevedibile il suo avvenire ;inimitabile il suo modo di vincere e di sbagliare.
Franco Fortini
martedì 1 novembre 2011
domenica 30 ottobre 2011
domenica 23 ottobre 2011
lunedì 17 ottobre 2011
sabato 15 ottobre 2011
Versus gli INDIGNADOS dei miei stivali
16 giugno 1968
La poesia dell’autore delle “ceneri di Gramsci”
Il Pci ai giovani
di Pier Paolo Pasolini
Mi dispiace. La polemica contro il Pci andava fatta nella prima metà
del decennio passato.
Siete in ritardo, cari.
Non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati:
peggio per voi.
Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi
quelli delle televisioni)
vi leccano (come ancora si dice nel linguaggio
goliardico) il culo. Io no, cari.
quelli delle televisioni)
vi leccano (come ancora si dice nel linguaggio
goliardico) il culo. Io no, cari.
Avete facce di figli di papà.
Vi odio come odio i vostri papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete pavidi, incerti, disperati
(benissimo!) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori, sicuri e sfacciati:
prerogative piccolo-borghesi, cari.
Vi odio come odio i vostri papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete pavidi, incerti, disperati
(benissimo!) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori, sicuri e sfacciati:
prerogative piccolo-borghesi, cari.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti.
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da subtopie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti.
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da subtopie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.
La madre incallita come un facchino, o tenera
per qualche malattia, come un uccellino;
i tanti fratelli; la casupola
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni
altrui, lottizzati); i bassi
sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, ecc. ecc.
per qualche malattia, come un uccellino;
i tanti fratelli; la casupola
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni
altrui, lottizzati); i bassi
sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, ecc. ecc.
E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,
con quella stoffa ruvida, che puzza di rancio
furerie e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
è lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in un tipo d’esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
con quella stoffa ruvida, che puzza di rancio
furerie e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
è lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in un tipo d’esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è così avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, cari (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,
ai poliziotti si danno i fiori, cari. Stampa e Corriere della Sera, News- week e Monde
vi leccano il culo. Siete i loro figli,
la loro speranza, il loro futuro: se vi rimproverano
non si preparano certo a una lotta di classe
contro di voi! Se mai,
si tratta di una lotta intestina.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è così avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, cari (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,
ai poliziotti si danno i fiori, cari. Stampa e Corriere della Sera, News- week e Monde
vi leccano il culo. Siete i loro figli,
la loro speranza, il loro futuro: se vi rimproverano
non si preparano certo a una lotta di classe
contro di voi! Se mai,
si tratta di una lotta intestina.
Per chi, intellettuale o operaio,
è fuori da questa vostra lotta, è molto divertente la idea
che un giovane borghese riempia di botte un vecchio
borghese, e che un vecchio borghese mandi in galera
un giovane borghese. Blandamente
i tempi di Hitler ritornano: la borghesia
ama punirsi con le sue proprie mani.
Chiedo perdono a quei mille o duemila giovani miei fratelli
che operano a Trento o a Torino,
a Pavia o a Pisa, /a Firenze e un po’ anche a Roma,
ma devo dire: il movimento studentesco (?)
non frequenta i vangeli la cui lettura
i suoi adulatori di mezza età gli attribuiscono
per sentirsi giovani e crearsi verginità ricattatrici;
una sola cosa gli studenti realmente conoscono:
il moralismo del padre magistrato o professionista,
il teppismo conformista del fratello maggiore
(naturalmente avviato per la strada del padre),
l’odio per la cultura che ha la loro madre, di origini
contadine anche se già lontane.
è fuori da questa vostra lotta, è molto divertente la idea
che un giovane borghese riempia di botte un vecchio
borghese, e che un vecchio borghese mandi in galera
un giovane borghese. Blandamente
i tempi di Hitler ritornano: la borghesia
ama punirsi con le sue proprie mani.
Chiedo perdono a quei mille o duemila giovani miei fratelli
che operano a Trento o a Torino,
a Pavia o a Pisa, /a Firenze e un po’ anche a Roma,
ma devo dire: il movimento studentesco (?)
non frequenta i vangeli la cui lettura
i suoi adulatori di mezza età gli attribuiscono
per sentirsi giovani e crearsi verginità ricattatrici;
una sola cosa gli studenti realmente conoscono:
il moralismo del padre magistrato o professionista,
il teppismo conformista del fratello maggiore
(naturalmente avviato per la strada del padre),
l’odio per la cultura che ha la loro madre, di origini
contadine anche se già lontane.
Questo, cari figli, sapete.
E lo applicate attraverso due inderogabili sentimenti:
la coscienza dei vostri diritti (si sa, la democrazia
prende in considerazione solo voi) e l’aspirazione
al potere.
E lo applicate attraverso due inderogabili sentimenti:
la coscienza dei vostri diritti (si sa, la democrazia
prende in considerazione solo voi) e l’aspirazione
al potere.
Sì, i vostri orribili slogan vertono sempre
sulla presa di potere.
Leggo nelle vostre barbe ambizioni impotenti,
nei vostri pallori snobismi disperati,
nei vostri occhi sfuggenti dissociazioni sessuali,
nella troppa salute prepotenza, nella poca salute disprezzo
(solo per quei pochi di voi che vengono dalla borghesia
infima, o da qualche famiglia operaia
questi difetti hanno qualche nobiltà:
conosci te stesso e la scuola di Barbiana!)
Riformisti!
Reificatori!
Occupate le università
ma dite che la stessa idea venga
a dei giovani operai.
sulla presa di potere.
Leggo nelle vostre barbe ambizioni impotenti,
nei vostri pallori snobismi disperati,
nei vostri occhi sfuggenti dissociazioni sessuali,
nella troppa salute prepotenza, nella poca salute disprezzo
(solo per quei pochi di voi che vengono dalla borghesia
infima, o da qualche famiglia operaia
questi difetti hanno qualche nobiltà:
conosci te stesso e la scuola di Barbiana!)
Riformisti!
Reificatori!
Occupate le università
ma dite che la stessa idea venga
a dei giovani operai.
E allora: Corriere della Sera e Stampa, Newsweek e Monde
avranno tanta sollecitudine
nel cercar di comprendere i loro problemi?
La polizia si limiterà a prendere un po’ di botte
dentro una fabbrica occupata?
Ma, soprattutto, come potrebbe concedersi
un giovane operaio di occupare una fabbrica
senza morire di fame dopo tre giorni?
e andate a occupare le università, cari figli,
ma date metà dei vostri emolumenti paterni sia pur scarsi
a dei giovani operai perché possano occupare,
insieme a voi, le loro fabbriche. Mi dispiace.
avranno tanta sollecitudine
nel cercar di comprendere i loro problemi?
La polizia si limiterà a prendere un po’ di botte
dentro una fabbrica occupata?
Ma, soprattutto, come potrebbe concedersi
un giovane operaio di occupare una fabbrica
senza morire di fame dopo tre giorni?
e andate a occupare le università, cari figli,
ma date metà dei vostri emolumenti paterni sia pur scarsi
a dei giovani operai perché possano occupare,
insieme a voi, le loro fabbriche. Mi dispiace.
È un suggerimento banale;
e ricattatorio. Ma soprattutto inutile:
perché voi siete borghesi
e quindi anticomunisti. Gli operai, loro,
sono rimasti al 1950 e più indietro.
Un’idea archeologica come quella della Resistenza
(che andava contestata venti anni fa,
e peggio per voi se non eravate ancora nati)
alligna ancora nei petti popolari, in periferia.
Sarà che gli operai non parlano né il francese né l’inglese,
e solo qualcuno, poveretto, la sera, in cellula,
si è dato da fare per imparare un po’ di russo.
Smettetela di pensare ai vostri diritti,
smettetela di chiedere il potere.
e ricattatorio. Ma soprattutto inutile:
perché voi siete borghesi
e quindi anticomunisti. Gli operai, loro,
sono rimasti al 1950 e più indietro.
Un’idea archeologica come quella della Resistenza
(che andava contestata venti anni fa,
e peggio per voi se non eravate ancora nati)
alligna ancora nei petti popolari, in periferia.
Sarà che gli operai non parlano né il francese né l’inglese,
e solo qualcuno, poveretto, la sera, in cellula,
si è dato da fare per imparare un po’ di russo.
Smettetela di pensare ai vostri diritti,
smettetela di chiedere il potere.
Un borghese redento deve rinunciare a tutti i suoi diritti,
a bandire dalla sua anima, una volta per sempre,
l’idea del potere.
Se il Gran Lama sa di essere il Gran Lama
vuol dire che non è il Gran Lama (Artaud):
quindi, i Maestri
- che sapranno sempre di essere Maestri -
non saranno mai Maestri: né Gui né voi
riuscirete mai a fare dei Maestri.
a bandire dalla sua anima, una volta per sempre,
l’idea del potere.
Se il Gran Lama sa di essere il Gran Lama
vuol dire che non è il Gran Lama (Artaud):
quindi, i Maestri
- che sapranno sempre di essere Maestri -
non saranno mai Maestri: né Gui né voi
riuscirete mai a fare dei Maestri.
I Maestri si fanno occupando le Fabbriche
non le università: i vostri adulatori (anche Comunisti)
non vi dicono la banale verità: che siete una nuova
specie idealista di qualunquisti: come i vostri padri,
come i vostri padri, ancora, cari! Ecco,
gli Americani, vostri odorabili coetanei,
coi loro sciocchi fiori, si stanno inventando,
loro, un nuovo linguaggio rivoluzionario!
Se lo inventano giorno per giorno!
Ma voi non potete farlo perché in Europa ce n’è già uno:
potreste ignorarlo?
Sì, voi volete ignorarlo (con grande soddisfazione
del Times e del Tempo).
Lo ignorate andando, con moralismo provinciale,
“più a sinistra”. Strano,
abbandonando il linguaggio rivoluzionario
del povero, vecchio, togliattiano, ufficiale
Partito Comunista,
ne avete adottato una variante ereticale
ma sulla base del più basso idioma referenziale
dei sociologi senza ideologia.
non le università: i vostri adulatori (anche Comunisti)
non vi dicono la banale verità: che siete una nuova
specie idealista di qualunquisti: come i vostri padri,
come i vostri padri, ancora, cari! Ecco,
gli Americani, vostri odorabili coetanei,
coi loro sciocchi fiori, si stanno inventando,
loro, un nuovo linguaggio rivoluzionario!
Se lo inventano giorno per giorno!
Ma voi non potete farlo perché in Europa ce n’è già uno:
potreste ignorarlo?
Sì, voi volete ignorarlo (con grande soddisfazione
del Times e del Tempo).
Lo ignorate andando, con moralismo provinciale,
“più a sinistra”. Strano,
abbandonando il linguaggio rivoluzionario
del povero, vecchio, togliattiano, ufficiale
Partito Comunista,
ne avete adottato una variante ereticale
ma sulla base del più basso idioma referenziale
dei sociologi senza ideologia.
Così parlando,
chiedete tutto a parole,
mentre, coi fatti, chiedete solo ciò
a cui avete diritto (da bravi figli borghesi):
una serie di improrogabili riforme
l’applicazione di nuovi metodi pedagogici
e il rinnovamento di un organismo statale. I Bravi! Santi sentimenti!
Che la buona stella della borghesia vi assista!
Inebriati dalla vittoria contro i giovanotti
della polizia costretti dalla povertà a essere servi,
e ubriacati dell’interesse dell’opinione pubblica
borghese (con cui voi vi comportate come donne
non innamorate, che ignorano e maltrattano
lo spasimante ricco)
mettete da parte l’unico strumento davvero pericoloso
per combattere contro i vostri padri:
ossia il comunismo.
chiedete tutto a parole,
mentre, coi fatti, chiedete solo ciò
a cui avete diritto (da bravi figli borghesi):
una serie di improrogabili riforme
l’applicazione di nuovi metodi pedagogici
e il rinnovamento di un organismo statale. I Bravi! Santi sentimenti!
Che la buona stella della borghesia vi assista!
Inebriati dalla vittoria contro i giovanotti
della polizia costretti dalla povertà a essere servi,
e ubriacati dell’interesse dell’opinione pubblica
borghese (con cui voi vi comportate come donne
non innamorate, che ignorano e maltrattano
lo spasimante ricco)
mettete da parte l’unico strumento davvero pericoloso
per combattere contro i vostri padri:
ossia il comunismo.
Spero che l’abbiate capito
che fare del puritanesimo
è un modo per impedirsi
la noia di un’azione rivoluzionaria vera.
Ma andate, piuttosto, pazzi, ad assalire Federazioni!
Andate a invadere Cellule!
andate ad occupare gli usci
del Comitato Centrale: Andate, andate
ad accamparvi in Via delle Botteghe Oscure!
Se volete il potere, impadronitevi, almeno, del potere
di un Partito che è tuttavia all’opposizione
(anche se malconcio, per la presenza di signori
in modesto doppiopetto, bocciofili, amanti della litote,
borghesi coetanei dei vostri schifosi papà)
ed ha come obiettivo teorico la distruzione del Potere.
Che esso si decide a distruggere, intanto,
ciò che un borghese ha in sé,
dubito molto, anche col vostro apporto,
se, come dicevo, buona razza non mente…
che fare del puritanesimo
è un modo per impedirsi
la noia di un’azione rivoluzionaria vera.
Ma andate, piuttosto, pazzi, ad assalire Federazioni!
Andate a invadere Cellule!
andate ad occupare gli usci
del Comitato Centrale: Andate, andate
ad accamparvi in Via delle Botteghe Oscure!
Se volete il potere, impadronitevi, almeno, del potere
di un Partito che è tuttavia all’opposizione
(anche se malconcio, per la presenza di signori
in modesto doppiopetto, bocciofili, amanti della litote,
borghesi coetanei dei vostri schifosi papà)
ed ha come obiettivo teorico la distruzione del Potere.
Che esso si decide a distruggere, intanto,
ciò che un borghese ha in sé,
dubito molto, anche col vostro apporto,
se, come dicevo, buona razza non mente…
Ad ogni modo: il Pci ai giovani, ostia!
Ma, ahi, cosa vi sto suggerendo? Cosa vi sto
consigliando? A cosa vi sto sospingendo?
Mi pento, mi pento!
Ho perso la strada che porta al minor male,
che Dio mi maledica. Non ascoltatemi.
Ahi, ahi, ahi,
ricattato ricattatore,
davo fiato alle trombe del buon senso.
Ma, mi son fermato in tempo,
salvando insieme,
il dualismo fanatico e l’ambiguità…
Ma son giunto sull’orlo della vergogna.
Ma, ahi, cosa vi sto suggerendo? Cosa vi sto
consigliando? A cosa vi sto sospingendo?
Mi pento, mi pento!
Ho perso la strada che porta al minor male,
che Dio mi maledica. Non ascoltatemi.
Ahi, ahi, ahi,
ricattato ricattatore,
davo fiato alle trombe del buon senso.
Ma, mi son fermato in tempo,
salvando insieme,
il dualismo fanatico e l’ambiguità…
Ma son giunto sull’orlo della vergogna.
Oh Dio! che debba prendere in considerazione
l’eventualità di fare al vostro fianco la Guerra Civile
accantonando la mia vecchia idea di Rivoluzione?
l’eventualità di fare al vostro fianco la Guerra Civile
accantonando la mia vecchia idea di Rivoluzione?
domenica 9 ottobre 2011
La chanson des vieux amants
La chanson des vieux amants La canzone dei vecchi amanti Bien sûr, nous eûmes des orages Certamente, avemmo dei temporali Vingt ans d'amour c'est l'amour fol Vent' anni di amore è l'amore pazzo Mille fois tu pris ton bagage Mille volte prendesti il tuo bagaglio Mille fois je pris mon envol Mille volte presi il mio volo Et chaque meuble se souvient Ed ogni mobile si ricorda Dans cette chambre sans berceau In questa camera senza culla Des éclats de vieilles tempêtes Dei tuoni delle vecchie tempeste Plus rien ne ressemblait à rien Più niente somigliava a niente T'avais perdu le goût de l'eau Avevi perso il gusto dell'acqua Et moi celui de la conquête Ed io quello della conquista O mon amour Oh amore mio Mon doux, mon tendre, mon merveilleux amour Mio dolce, mio tenero, mio meraviglioso amore, De l'aube clair' jusqu'à la fin du jour Dall'alba chiara fino alla fine del giorno Je t'aime encore, tu sais, je t'aime. Ti amo ancora, lo sai, ti amo. Moi je sais tous tes sortilèges Io so tutti i tuoi sortilegi Tu sais tous mes envoûtements Tu sai tutti i miei malefici Tu m'as gardé de pièges en pièges Tu mi hai difeso da trappola in trappola Je t'ai perdu de temps en temps Ti ho perso ogni tanto Bien sûr tu pris quelques amants Certamente prendesti alcuni amanti II fallait bien passer le temps Bisognava pure passare il tempo II faut bien que le corps exulte Occorre che il corpo esulta Finalement, finalement Finalmente, finalmente II nous fallu bien du talent Ci occorse bene del talento Pour être vieux sans être adultes Per essere vecchi senza essere adulti O mon amour Oh amore mio Mon doux, mon tendre, mon merveilleux amour Mio dolce, mio tenero, mio meraviglioso amore, De l'aube clair' jusqu'à la fin du jour Dall'alba chiara fino alla fine del giorno Je t'aime encore, tu sais, je t'aime. Ti amo ancora, lo sai, ti amo. Et plus le temps nous fait cortège E più il tempo ci ha corteggiato Et plus le temps nous fait tourment E più il tempo ci ha tormentato Mais n'est-ce pas le pire piège Ma non è non questo la peggiore trappola Que vivre en paix pour des amants Che vivere in pace per gli amanti Bien sûr tu pleures un peu moins tôt Certamente tu piangi un poco meno spesso Je me déchire un peu plus tard Mi strappo un poco più tardi Nous protégeons moins nos mystères Noi proteggiamo meno i nostri misteri On laisse moins faire le hasard Si lascia fare meno al caso On se méfie du fil de l'eau Si diffida del filo d'acqua Mais c'est toujours la tendre guerre Ma è sempre la tenera guerra Ô mon amour Oh il mio amore Mon doux, mon tendre, mon merveilleux amour Mio dolce, mio tenero, mio meraviglioso amore, De l'aube clair' jusqu'à la fin du jour Dell'alba chiara fino alla fine del giorno Je t'aime encore, tu sais, je t'aime. Ti amo ancora, lo sai, ti amo. Jacques Brel
sabato 8 ottobre 2011
mercoledì 5 ottobre 2011
“Ci fu un giorno in cui il sole si macchiò di sangue e tutti i giorni, da allora, si chiamarono 2-11-1975 […]. Poi mi portarono il corpo del mio uomo e lo stesero sulla mia tavola. […] Questo corpo era, appunto, a pezzi, sbranato, divorato. Mi misero in mano ago e filo per insegnarmi a ricucirlo. Capii che per uccidere “loro” avrei dovuto infilarmi dentro, ricucito, il mio uomo, affinché potesse parlarmi in segreto e spiegarmi. Ecco perché decisi – insieme a lui, come sempre – di non accettare, di disobbedire, di dare scandalo, di denunciare cosa può accadere ad un uomo pulito “in un paese orribilmente sporco“.
Laura Betti
Laura Betti
domenica 2 ottobre 2011
Ode à Cassandre
di Pierre de Ronsard
( 1524-1585)
Mignonne, allons voir si la rose
qui ce matin avait déclose
sa robe de porpre au soleil,
a point perdu cette vèprée
les plis de sa robe pourprée.
et son teint au vôtre pareil.
Las! voyez comme en peu d'espace,
mignonne, elle a dessus la place
las! las! ses béautés laissé choir!
O vraiment marâtre Nature,
piusqu'une telle fleur ne dure
que du matin jusques au soir!
Donc, si vous me croyez, mignonne,
tandis que votre âge fleuronne
en sa plus verte nouveauté,
cueillez, cueillez votre jeuneusse:
comme à cette fleur, la vieillesse
fera ternir votre beauté.
( da Les amours )
giovedì 29 settembre 2011
lunedì 26 settembre 2011
domenica 25 settembre 2011
mercoledì 21 settembre 2011
sabato 17 settembre 2011
giovedì 15 settembre 2011
mercoledì 14 settembre 2011
martedì 13 settembre 2011
In un giorno di amicizia di gruppo confusa,fortunatamente perduta
Tra un po' di tempo,sarà l'era dei"come stai" dopo mesi e mesi di altrui silenzio,senza domandare prima "come stai".
2 C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
3 Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4 Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
5 Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
6 Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
7 Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
8 Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace (Qo 3,2-8).
2 C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
3 Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4 Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
5 Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
6 Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
7 Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
8 Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace (Qo 3,2-8).
giovedì 8 settembre 2011
To badogliare
Questo giorno ha scritto una pagina di storia pubblica e privata.
Privata per me che "grazie" a quell'armistizio posso ricostruire la mia origine genetica,antropologica e culturale.
I miei nonni materni,forse,non si sarebbero mai incontrati,amati e sposati,se Badoglio non avesse "badogliato".
La Badoglieide mi ha ricordato infatti uno dei tanti episodi pedagogici legati al mio amatissimo nonno Nicola: mi diceva egli infatti che la lingua inglese aveva coniato un verbo per descrivere il comportamento di Badoglio.
Ebbene,quel verbo esiste,anche se non riportato sul dizionario.
Privata per me che "grazie" a quell'armistizio posso ricostruire la mia origine genetica,antropologica e culturale.
I miei nonni materni,forse,non si sarebbero mai incontrati,amati e sposati,se Badoglio non avesse "badogliato".
La Badoglieide mi ha ricordato infatti uno dei tanti episodi pedagogici legati al mio amatissimo nonno Nicola: mi diceva egli infatti che la lingua inglese aveva coniato un verbo per descrivere il comportamento di Badoglio.
Ebbene,quel verbo esiste,anche se non riportato sul dizionario.
martedì 6 settembre 2011
lunedì 5 settembre 2011
La crisi del teatro
Io penso sempre alla crisi del teatro e mi scervello per trovare il mezzo di risolverla. Si può dire che non penso ad altro. Giorno e notte rifletto sulla difficile questione e consulto le opere dei nostri sommi, che si sono occupati di essa. Quando, stanco, reclino il capo sul petto e mi addormento, m'appare in sogno la crisi del teatro personificata, che mi dice con voce
lamentosa:
- Risolvimi, risolvimi! Allora mi sveglio di soprassalto e comincio a lambiccarmi il cervello per risolverla. Non già perché mi stieno tanto a cuore le sorti del teatro. Ma mi affatico per risolvere questa benedetta crisi, nella speranza che, una volta risolta, non se ne parlerà più. Perché sono stanco di sentirne parlare. Non per altro. Se mi si promettesse di non parlare mai più di crisi del
teatro, rinuncerei a risolverla.(Achille Campanile, La crisi del teatro risolta da me?)
- Risolvimi, risolvimi! Allora mi sveglio di soprassalto e comincio a lambiccarmi il cervello per risolverla. Non già perché mi stieno tanto a cuore le sorti del teatro. Ma mi affatico per risolvere questa benedetta crisi, nella speranza che, una volta risolta, non se ne parlerà più. Perché sono stanco di sentirne parlare. Non per altro. Se mi si promettesse di non parlare mai più di crisi del
teatro, rinuncerei a risolverla.(Achille Campanile, La crisi del teatro risolta da me?)
domenica 4 settembre 2011
mercoledì 31 agosto 2011
domenica 28 agosto 2011
SE ALL'IMPROVVISO
Raramente mi esprimo con riflessioni personali,ma una serie di letture in questo periodo di "forzata" immobilità,mi ha indotta ad andare con occhi estranei a ricordi di una guerra,la Seconda Mondiale,che non vissuta, mi è stata raccontata,spiegata,pianta,rielaborata tra amarezze e piccole gioie di fattura impressionista,brevi e icastiche come haiku,pesanti e tragiche come lo sfollare e il trasportare materassi in capo.
All'improvviso l'angoscia di questo pensiero: se scoppiasse da noi,in Italia,una guerra,se, in un batter d'ali, non vi fosse neanche un surrogato di istruzione pubblica,NON VI SAREBBERO MAESTRI,NESSUNO SAPREBBE INSEGNARE,IL POPOLO PERIREBBE NELL'IGNORANZA O PER IL DISSANGUAMENTO DEGLI ULTIMI DENARI ELARGITI A PSEUDO-INSEGNANTI.
MADRI E FIGLI A MENDICARE UN MAESTRO?
ME LO AUGURO E SE ANCHE ACCADESSE NON HO ALTRA NITIDA IMMAGINE CHE QUELLA DI UNO SGUARDO ALLIBITO SU DI UN VOLTO CHE SI AGGIRA,GIRANDOSI IRRITATO NEL MENDICARE BEN ALTRO,AD ESEMPIO, PANE, ACQUA,FACEBOOK E SESSO.
All'improvviso l'angoscia di questo pensiero: se scoppiasse da noi,in Italia,una guerra,se, in un batter d'ali, non vi fosse neanche un surrogato di istruzione pubblica,NON VI SAREBBERO MAESTRI,NESSUNO SAPREBBE INSEGNARE,IL POPOLO PERIREBBE NELL'IGNORANZA O PER IL DISSANGUAMENTO DEGLI ULTIMI DENARI ELARGITI A PSEUDO-INSEGNANTI.
MADRI E FIGLI A MENDICARE UN MAESTRO?
ME LO AUGURO E SE ANCHE ACCADESSE NON HO ALTRA NITIDA IMMAGINE CHE QUELLA DI UNO SGUARDO ALLIBITO SU DI UN VOLTO CHE SI AGGIRA,GIRANDOSI IRRITATO NEL MENDICARE BEN ALTRO,AD ESEMPIO, PANE, ACQUA,FACEBOOK E SESSO.
mercoledì 24 agosto 2011
lunedì 15 agosto 2011
venerdì 12 agosto 2011
giovedì 11 agosto 2011
domenica 7 agosto 2011
martedì 2 agosto 2011
venerdì 29 luglio 2011
mercoledì 27 luglio 2011
AMO-FOBIA .LA PAURA VERSO CHI SEMPLICEMENTE AMA.ENNESIMA MANCANZA DI RISPETTO.
rEPUBBLICA.IT
DIRITTI
Stop a legge contro omofobia
"Incostituzionale la norma sui gay"
Con 293 sì, 250 no e 21 astenuti passano in aula alla Camera le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Udc, Pdl e Lega. Concia: "Oggi la maggior parte del Parlamento ha scelto di stare dalla parte dei violenti e non delle vittime delle violenze e delle discriminazioni". Fini: "Da deputato avrei votato contro"
Anna Paola Concia
"Oggi la maggior parte del Parlamento - ha denunciato Concia prendendo la parola in aula subito dopo la proclamazione del risultato - ha scelto di stare dalla parte dei violenti e non delle vittime delle violenze e delle discriminazioni....". Ma l'intervento della leader del movimento omosessuale è stato interrotto per questioni formali dal presidente della Camera Gianfranco Fini: "Capisco il suo stato d'animo e lo spirito del suo interevnto - ha detto, ricordandole che la parola era stata da lei chiesta sull'ordine dei lavori essendosi la Camera già espressa sul merito con il voto - ma sono costretto a interromperla...".
"Se fossi stato un semplice deputato che può votare e non il presidente, avrei votato convintamente contro le pregiudiziali" di costituzionalità sulla legge contro l'omofobia, ha detto al termine Gianfranco Fini. "D'altrocanto avete visto con quanti voti è passata", ha aggiunto. Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl della Camera: "Noi non abbiamo nessun atteggiamento omofobo e la nostra posizione di fondo è quella di considerare i gay come dei cittadini uguali agli altri e proprio per questo contestiamo ogni trattamento giuridico specifico e differenziato che come tale ammetterebbe e accentuerebbe una diversità, sostanzialmente incostituzionale".
Il voto odierno è avvenuto a poco meno di due anni dalla prima bocciatura della legge anti-omofobia, quando, nell'ottobre del 2009, Montecitorio approvò le pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'Udc. A maggio scorso, poi, la commissione giustizia bocciò due diversi tentativi di mediazione cui ostinatamente aveva lavorato la deputata del Pd. La pregiudiziale di costituzionalità della Lega, illustrata in aula da Carolina Lussana, afferma che il disegno di legge "offre una protezione privilegiata alla persona offesa in ragione del proprio orientamento sessuale e in particolare discrimina fra chi subisce forme di violenza, perché vi è una tutela rafforzata (sulla base dell'orientamento sessuale, ndr.) Rispetto invece a chi subisce altre forme di violenza".
Rocco Buttiglione ha illustrato la pregiudiziale dell'Udc, affermando, tra l'altro, che "in altri paesi una norma simile esiste, è vero". Dopo aver citato il caso della "discriminazione positiva" degli Stati Uniti, il presidente dell'Udc ha proseguito: "Oggi molti giuristi americani preferirebbero non averlo mai introdotto. Una volta iniziato è difficile fermarlo. Ogni gruppo cerca di far approvare norme particolari e la maggioranza dei cittadini finisce col sentirsi discriminata dalle minoranze, con il risultato di maggiore disintegrazione e non integrazione". Gaetano Pecorella ha esposto, infine, le ragioni del Pdl, presentando una mozione che porta la prima firma di Isabella Bertolini: "La norma - ha detto Pecorella - non è di per sé da rigettare e pone un problema serio che è quello della discriminazione, ma così come è scritta è in contrasto con un principio cardine, quello della parità, e con il principio della chiarezza e della tassatività che deve essere alla base di ogni norma".
Hanno espresso voto a favore delle pregiudiziali gli ex 'responsabili', per bocca di Vincenzo D'Anna, mentre sono intervenuti per annunciare voto contrario Massimo Donadi (Idv), Pino Pisicchio (Api), Flavia Perina (Fli), Francesco Nucara (Repubblicani azionisti) e Dario Franceschini (Pd), che, ringraziando la deputata Concia per l'impegno profuso, ha sottolineato che la norma attuale "non c'entra nulla con la materia delle coppie omosessuali, delle adozioni o altro", ma prevede solo un'aggravante da aggiungere al codice penale.
"Un copione già visto e anche un esempio di schizofrenia. Perché non si può accogliere il Trattato di Lisbona, che è contro la discriminazione sessuale e poi, a livello nazionale, non considerare una punizione o un'aggravante per i reati di odio commessi nei confronti di gay, lesbiche e trans", ha detto Vladimir Luxuria, leader storica del movimento gay. Ma la "battaglia non si ferma", ha detto Concia, "ripresenteremo un testo, magari proporremo una legge di iniziativa popolare".
(26 luglio 2011)
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