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sabato 3 luglio 2010

Da "Il filo di mezzogiorno" (Goliarda Sapienza ,p. 60)

Non posso andare avanti: mi devo fermare : non posso andare avanti in questo passato : è difficile crescere dall'erbe appassite del passato: non crescerò più : resterò ferma ,chiusa in un oggetto muto senza emozioni. Non ci è dato cancellare visi-anni occhi secoli che sono nati-morti-dentro, e che nutrono la loro morte col nostro sangue.Non posso andare avanti : i corridoi sotterranei di questi quattro anni che si spalancano dentro di me sono troppo bui e non posso ripercorrerli a ritroso .Ho paura del buio . Ho fatto male ad evocare la sua voce.Oggi 27 marzo 1966 è un anno che uscì dalla mia porta .Non l'ho rivisto più : ho fatto male .Dovevo inventarmi una storia di fantasia, finire di scrivere quel dramma che avevo cominciato per la Magnani.Ho fatto male a rievocare la sua voce .I morti quando li evochi ti si siedono vicino e ti fissano e lui è entrato e mi fissa e io non posso camminare in questo passato sotto il suo sguardo.Non mi riportate alle teorie di questo medico e dei suoi simili : non mi riportate a questo nuovo codice di regole che dà la perfezione o meglio ,come lui diceva ,l'integrità psichica.Ti muore un figlio? Soffri? E' sano .Sì: è sano se soffri tre quattro mesi per la sua perdita : ma un anno ! Un anno e un mese! Herzog caro ,hai ragione : in questo secolo di religiosità scientifico-tecnica,l'emozione ,l'amore ,la scelta morale ,la fedeltà e finanche la memoria cadono in sospetto di malattia .Ma a te confido qui a quattr'occhi che anch'io in questo luogo inverno -galera ho scritto un sacco di lettere a mia madre , a questo medico stesso ,ai suoi colleghi ,a Garibaldi e se vuoi te lo farò vedere.Ma ti dico: se siamo morbosi malati,pazzi , a noi va bene così .Lasciateci la nostra pazzia e la nostra memoria : lasciateci la nostra memoria e i nostri morti.I morti e i pazzi sono sotto la nostra protezione.


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